Don Giuseppe Puglisi
di Mario Torcivia
P. nasce a Palermo il 15 settembre 1937. È figlio terzogenito di Carmelo, calzolaio e di Giuseppa Fana, sarta in casa. Il 21 ottobre 1937 viene battezzato nella parrocchia San Nicolò la Kalsa e gli vengono imposti i nomi di Giuseppe Antonino. Da ragazzo, P. frequenta la parrocchia San Giovanni Bosco, nel quartiere Romagnolo. Al secondo anno di Istituto magistrale (1953) avverte la vocazione al presbiterato e in ottobre fa l’ingresso in Seminario. Il 2 luglio 1960 viene ordinato prete. Nei primissimi anni di presbiterato P. esercita il ministero presso alcune chiese di quartieri periferici di Palermo, dove si adopera sollecitamente per la gente, specie per i giovani. Presta attenzione alla gente povera della zona, assistendo spiritualmente i volontari e adoperandosi perché l’Amministrazione comunale assicuri i servizi essenziali agli abitanti delle case popolari della zona. Nel 1962 comincia a insegnare religione e conosce Crociata del Vangelo. Apprezzato il movimento ecclesiale, P. vi entrerà a far parte, ricoprendo anche la carica di consigliere centrale. Nel 1967 il card. Carpino, lo invia come cappellano e insegnante di religione all’istituto Roosevelt, nel quale risiedevano e studiavano i figli orfani di lavoratori italiani morti in guerra. Nel 1969 diventa membro del Consiglio Pastorale Diocesano e vice rettore del Seminario Arcivescovile Minore. Il 1° ottobre 1970 viene nominato parroco a Godrano. In questo paesino dell’entroterra palermitano, P. conduce vita estremamente sobria e povera, patendo anche la fame e il forte freddo invernale. Si spende instancabilmente per gli abitanti dilaniati da faide familiari, vi predica la riconciliazione e il perdono, instaura buoni rapporti con la comunità dei Pentecostali ivi presente e si adopera tenacemente perché i giovani possano frequentare le scuole superiori. Nel 1973 assiste spiritualmente i volontari del centro sociale Decollati retto dalle Assistenti Sociali Missionarie. Anche in questa situazione P. si relaziona con le istituzioni civili per venire incontro alle richieste della popolazione della zona. Il 20 ottobre 1973 l’arcivescovo lo nomina membro del Consiglio del Centro Diocesano Vocazioni. Il 31 luglio 1978 termina il servizio parrocale e nove giorni dopo viene nominato pro-rettore del Seminario Arcivescovile Minore. P. inizia la convivenza con alcuni giovani in ricerca dando vita alla cosiddetta Comunità vocazionale. Il 24 novembre 1979 il card. Pappalardo lo nomina direttore del Centro Diocesano Vocazioni e il 24 ottobre 1980 la Conferenza Episcopale Siciliana, vice-delegato regionale del Centro Vocazioni. Il 30 ottobre 1984 viene nominato membro del Consiglio Presbiterale. Il 5 febbraio 1986 la Conferenza Episcopale Siciliana lo conferma direttore del Centro Regionale Vocazioni. Il 29 ottobre 1988 diventa membro del Consiglio Pastorale Diocesano e il 30 marzo 1990, assistente diocesano della FUCI. Nonostante la considerevole mole di impegni pastorali, P., oltre ad accompagnare spiritualmente tanti giovani e adulti, segue gruppi di famiglie e coppie. Il 4 maggio 1990 l’Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini gli affida l’incarico di servizio religioso per le ospiti – ragazze madri in difficoltà – della Casa dell’Accoglienza. Il 29 settembre 1990 P. viene nominato parroco di San Gaetano – Maria Santissima del Divino Amore, nel quartiere Brancaccio, centro strategico per gli interessi malavitosi della mafia. Considerate le innumerevoli carenze del suddetto quartiere, P. si adopera perché sorgano una scuola media inferiore, un presidio sanitario e una biblioteca. Al contempo organizza corsi di alfabetizzazione, di teologia di base e di formazione al volontariato, coinvolgendo i membri della FUCI, alcune giovani assistenti sociali e anche alcuni ex alunni. Per quanto riguarda l’organizzazione parrocchiale e l’azione evangelizzatrice, forma il nuovo consiglio pastorale parrocchiale, il consiglio per gli affari economici e dà vita ad alcuni centri di ascolto della Parola di Dio. Nel settembre 1991 avviene il primo incontro di P. con alcuni rappresentanti del Comitato Intercondominiale, associazione apartitica che si batte per il miglioramento del quartiere. Nei mesi a venire conduce diverse battaglie col suddetto comitato, recandosi numerose volte dalle autorità civili. Il 2 ottobre 1991 arrivano a Palermo tre suore Sorelle dei Poveri di Santa Caterina da Siena, alle quali P. affida la conduzione del nascente Centro di accoglienza Padre Nostro. Tra gli scopi del Centro vi è l’attività ludico-educativa per togliere i bambini dalla strada, strapparli così dalla mano della mafia e affermare una cultura evangelica della legalità. Per tutta l’attività di evangelizzazione e promozione umana del quartiere, P. subirà numerose minacce, lettere intimidatorie, telefonate anonime e anche percosse. Nonostante questo P., continuamente, anche attraverso le omelie, inviterà i mafiosi a dialogare con lui e ad adoperarsi per il bene del quartiere. Nell’ottobre 1992 viene chiamato dal card. Pappalardo a svolgere anche il servizio di direttore spirituale dell’appena avviato Corso propedeutico del Seminario Arcivescovile. Dal dicembre 1992 all’aprile 1993 organizza una serie di incontri nella sede della FUCI su: Itinerario per una catechesi sul Padre Nostro a confronto con la cultura e la mentalità mafiosa. Venerdì 29 gennaio 1993 viene inaugurato ufficialmente il Centro Padre Nostro. In maggio e in luglio organizza in parrocchia attività per ricordare i giudici Falcone e Borsellino. Il 15 settembre 1993 – giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno – intorno alle ore 20.40, a pochi metri dal portone di casa, viene ucciso dalla mafia. Nel primo pomeriggio del giorno dopo il corpo venne traslato in Cattedrale per la celebrazione serale di una veglia di preghiera. Due giorni dopo l’omicidio si celebrarono nella zona industriale di Brancaccio, all’aperto, i funerali, che videro la partecipazione di migliaia di persone. La salma di P. venne tumulata nel cimitero di Sant’Orsola.
Iniziative varie post mortem
Dopo la morte di P., oltre ai numerosi convegni, alle tante biografie, anche a fumetti, e ai diversi testi editi sull’opera pastorale del Beato, diverse vie, piazze, nonché strutture e associazioni sociali, scolastiche e religiose sono state a lui intitolate, non solo in Italia. Tantissime sono poi le iniziative realizzate in suo nome. Di seguito ne presentiamo soltanto alcune, ecclesiali e civili.
Giovanni Paolo II, durante la celebrazione del Giubileo del 2000, ha menzionato anche P. durante la commemorazione ecumenica dei testimoni della fede del secolo XX (Colosseo, 7 maggio 2000). La Comunità di Sant’Egidio nell’icona ecumenica sui martiri e testimoni della fede del Novecento – presentata il 12 ottobre 2002 durante la celebrazione ecumenica in memoria dei testimoni della fede del XX secolo e collocata nella Basilica di san Bartolomeo all’Isola Tiberina – ha inserito tra i martiri delle Chiese d’Occidente anche la figura di P. In occasione del decennale della morte, il Boston College, retto dai padri gesuiti statunitensi, ha organizzato un ciclo di seminari. Dal 6 all’8 settembre 2004 si è svolto a Palermo il Corso per Studenti di teologia promosso dall’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della CEI. Obiettivo del corso è stato riscoprire la figura di due presbiteri siciliani: Sturzo e P. In preparazione al IV Convegno delle Chiese d’Italia (2006), nella prima tappa (Palermo 2005), trattando del tema della santità, è stata presentata la figura di P. Il Centro Nazionale Vocazioni, nella locandina preparata per la 43ª Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni (2006), insieme ai volti di G. Beretta Molla, P. Frassati, Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II e R. Schutz, ha inserito anche il volto di P. I Segretari Generali delle Commissioni Giustizia e Pace delle Conferenze Episcopali d’Europa, riuniti per un meeting a Palermo nel 2008, hanno voluto rendere omaggio a P. recandosi nella piazza dove P. è stato ucciso. Il XXIX Seminario di formazione sulla Direzione Spirituale a servizio dell’orientamento vocazionale, promosso dall’Uff. Naz. per la Pastorale delle Vocazioni della CEI (2014) ha avuto come titolo: Accompagnare i giovani al coraggio delle scelte sullo stile del beato Pino Puglisi.
Il poeta Mario Luzi ha composto la pièce teatrale Il fiore del dolore andata in scena il 28 marzo 2003 al Teatro Biondo Stabile di Palermo. Due sono stati i film su P.: il primo, prodotto per la RAI1 – Brancaccio – è andato in onda l’11-12 aprile 2001; il secondo, Alla luce del sole, è uscito nelle sale cinematografiche il 21 gennaio 2005. È stato realizzato anche il docu-film Lascia perdere chi ti porta a mala strada trasmesso su Rai1 il 7 marzo 2012. P. è ricordato il 21 marzo di ogni anno nella Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera. Il gruppo folk-rock Gang gli ha dedicato la canzone Il testimone (1997). Anche il cantautore Pippo Pollina ha dedicato a P. il brano E se ognuno fa qualcosa (2014). Dal 2013 l’attore teatrale Christian Di Domenico porta in scena in tutta Italia uno spettacolo in memoria di P.: U Parrinu. Nel marzo 2007 gli attori Ficarra e Picone a chiusura del loro spettacolo teatrale hanno ricordato P. Lo scrittore D’Avenia lo ha inserito nella trama del suo Ciò che inferno non è (2014). Il 26 agosto 2015 infine il Presidente della Repubblica Italiana lo ha insignito della Medaglia d’oro al valor civile (alla memoria). Diamo nota, infine, di due progetti internazionali che recano il nome di P.: un orfanotrofio a Pointe Noire (Congo 2005) e la nascita di un’associazione impegnata a favore dei poveri, dei diseredati e delle prostitute a Melbourne (2006).
Iter di beatificazione
Subito dopo la morte di P., diversi membri della Chiesa di Palermo – ma anche molti non credenti – hanno parlato di P. come di un martire della fede. Sia le persone che lo avevano conosciuto in vita, sia coloro che hanno avuto modo di sapere di lui post mortem, in diverse occasioni hanno manifestato, verbalmente e per iscritto, il desiderio di vedere presto canonizzato dalla Chiesa P., proprio per la sua ferma e intrepida testimonianza evangelica. Già il 29 dicembre 1998, l’allora arcivescovo di Palermo, card. De Giorgi, facendosi interprete del sentire dell’intera Chiesa palermitana, manifestò l’intenzione di compiere i necessari passi in vista dell’apertura del processo canonico diocesano per il riconoscimento del martirio di P. Il 22 febbraio dell’anno seguente è stata istituita la Commissione diocesana per la beatificazione col compito di fungere da parte attrice. Il 23 maggio 1999, la Conferenza Episcopale Siciliana ha dato il nulla osta affinché potesse essere avviato il processo informativo della causa di canonizzazione. A distanza di soli due giorni, mons. Mogavero, Postulatore della Causa, ha fatto richiesta all’arcivescovo d’istruire l’inchiesta diocesana per il riconoscimento del martirio di don P. L’11 settembre 1999 la Congregazione delle Cause dei Santi ha concesso il nihil obstat per l’apertura del procedimento canonico diocesano. Il 15 settembre 1999 – trascorsi i cinque anni previsti dalla normativa canonica per iniziare la procedura finalizzata alla canonizzazione di un servo di Dio – si è insediato il tribunale diocesano e si è aperto il Processo super vita et martyrio Servi Dei Iosephi P., Sacerdotis Dioecesani, in odium Fidei, uti fertur, interfecti. Dal 15 settembre 1999 al 6 maggio 2001 sono state celebrate le sessantasei sessioni del processo diocesano. I testi escussi – tutti de visu e qualcuno anche de auditu – sono stati ventinove. Il 16 gennaio 2004 la Congregazione delle Cause dei Santi ha emesso il decreto di validità del Processo e ha assegnato la Causa al Relatore p. Daniel Ols. Il domenicano francese ha nominato (8 novembre 2004) don M. Torcivia suo collaboratore esterno per la redazione della Positio super martyrio. Il testo è stato esaminato dal Congresso Teologico della Congregazione delle Cause dei Santi il 2 maggio 2006. In tale sessione i Consultori teologi hanno richiesto una Positio suppletiva, che è stata oggetto di esame nel Congresso Peculiare del 10 ottobre 2006. Ricevuta dai teologi unanime risposta affermativa, su istanza del Postulatore, l’allora prefetto del dicastero vaticano, card. Saraiva Martins, ha nominato Ponente della Causa l’allora vescovo di Tivoli mons. Benotto, in vista del Congresso ordinario (12 dicembre 2006). Nel corso della seduta, i Padri hanno rilevato alcuni aspetti che andavano ulteriormente chiariti in ordine alla prosecuzione della Causa. Il 23 maggio 2007 la Congregazione delle Cause dei Santi ha formulato alcune domande, alle quali il 13 dicembre 2008 il collaboratore esterno ha dato risposta. Il 6 agosto 2010 mons. Bertolone, vescovo di Cassano all’Jonio, è stato nominato Postulatore della Causa. Nel 2012 sono state presentate le Risposte della Postulazione alla Sessione Ordinaria del 12 dicembre 2006. Il 28 giugno 2012 la Congregazione delle Cause dei Santi ha promulgato il Decreto sul martirio di don P. Il 15 aprile 1993 la salma di P. è stata traslata nella Cattedrale di Palermo e sepolta in un apposito sarcofago nella cappella della chiesa dedicata all’Immacolata, in attesa del trasferimento nella futura chiesa intitolata a P. a Brancaccio. Il 25 maggio 1993, a Palermo, don P. è stato beatificato come martire perché ucciso dalla mafia in odium fidei[1].
Culto
La memoria liturgica del Beato è il 21 ottobre, giorno del suo battesimo. Il 26 maggio 2013, giorno successivo alla beatificazione, è stata benedetta una statua in legno, protetta da una teca, in p.zza A. Garibaldi, luogo dove P. venne ucciso. Il 20 ottobre 2013 vi è stata la posa della prima pietra della chiesa dedicata a P. che sorgerà nel quartiere Brancaccio. Diverse chiese hanno chiesto reliquie di P. che per un anno intero sono state recate in pellegrinaggio in tutta l’arcidiocesi palermitana. Numerosissime, infine, sono le persone che pregano P.
[1] Cf. M. Torcivia, Il martirio di don Giuseppe Puglisi. Una lettura teologica, Monti, Saronno 2009.