Introduzione:
Questa sezione presenta una suddivisione su base cronologica degli eventi per i quali vengono proposti degli approfondimenti. Per ogni evento sono presenti una scheda descrittiva, materiali a stampa o audiovisivi e indicazioni bibliografiche. La periodizzazione è tracciata sulla base delle vicende che hanno caratterizzato in primis la parabola di Cosa nostra, l’organizzazione criminale che, da un punto di vista storico, ha determinato in maniera preponderante la strutturazione dell’immaginario mafioso così come la costruzione di linguaggi e pratiche antimafia.
Il periodo 1945-1964 è caratterizzato dalla pervasività della narrazione che respinge l’esistenza della mafia. Essa è scossa duramente dalla “prima guerra di mafia” (1962-1963) che avvia una prima ridefinizione degli strumenti antimafia, ma come dimostra la lettera pastorale del cardinale Ruffini del 1964, resta fortemente presente nella rappresentazione pubblica.
La fase 1964-1982 si apre con la ristrutturazione degli equilibri di Cosa nostra dopo gli scontri del 1962-1963 e termina con la “seconda guerra di mafia” (1980-1981), che determina l’egemonia dei “corleonesi” di Salvatore Riina. Negli stessi anni si assiste anche ai conflitti intestini nelle fila camorriste e ‘ndranghetiste, con la faida fra la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e l’organizzazione della Nuova Famiglia da un lato (1980-1983) e la cosiddetta “prima guerra di ‘ndrangheta” (1974-1977) dall’altro. In entrambi i casi gli scontri determineranno delle ridefinizioni decisive, in chiave futura, delle consorterie criminali.
Il 1982-1993 è il periodo in cui i corleonesi avvieranno la loro “guerra allo Stato” adottando strategie terroristiche e stragiste. In risposta a tale escalation di violenza le istituzioni risponderanno con l’adozione di più adeguati strumenti di contrasto (come la legge Rognoni-La Torre del 1982), ottenendo i primi importanti successi contro le organizzazioni mafiose (è del 1993 la sentenza della Corte Costituzionale con cui si chiude il maxi-processo avviato da Falcone e Borsellino). Questi passaggi sono accompagnati dalla definizione e crescita del movimento antimafia, in cui un ruolo importante sarà svolto dalla chiesa di base, avviando un contrasto all’utilizzo della devozione religiosa da parte mafiosa.
Con la fase 1993-2014 il panorama di quanto attiene le dimensioni della mafia e dell’antimafia cambia in maniera sostanziale. Nell’ambito criminale si assiste ad una crescita esponenziale dell’importanza della camorra e della ‘ndrangheta, il che porta ad una ridefinizione del concetto di mafia. Al contempo, quelli dell’antimafia diventano valori condivisi nel corpo della nazione e si vanno a moltiplicare le manifestazioni legate a tali valori. Questa ridefinizione coinvolge pienamente anche le gerarchie ecclesiastiche, come dimostrano la condanna della mafia di Giovanni Paolo II pronunciata nel 1993 alla Valle dei Tempi e, a chiusura di tale ciclo, la scomunica operata da papa Francesco nel 2014.